Elogio dei Giudici

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Elogio dei Giudici

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da ELOGIO DEI GIUDICI

di Piero Calamandrei

La bilancia è il simbolo tradizionale della giustizia, perché par che rappresenti materialmente con un congegno meccanico quel giuoco di forze psichiche che fa funzionare il processo: nel quale, affinché il giudice dopo qualche oscillazione si fermi sulla verità, è necessario che intervenga la gara di due contrapposte tesi estreme, come i due piatti della bilancia per potersi contrappesare devono gravare sulla estremità di ciascun braccio.

Quanto più le forze contrapposte si allontanano dal centro del giogo (ossia dall’imparzialità del giudicante), tanto più l’apparecchio diventa sensibile, e più esatta la misurazione. Così gli avvocati, col tirar ciascuno quanto più può dalla sua parte, creano l’equilibrio di cui il giudice va in cerca: chi volesse biasimarli della loro parzialità, dovrebbe biasimare il peso perché grava sul piatto della bilancia.

Avevo saputo che un giovine magistrato, stimato da tutti per la sua dottrina e per il suo carattere,era stato colpito da una grave sciagura familiare: gli era sparita in pochi giorni, per un’atroce malattia, l’unica figlia giovinetta alla quale era attaccatissimo. Non lo conoscevo personalmente: l’avevo visto qualche volta alla lontana, come i difensori in udienza riescono a vedere i giudici nascosti dietro il loro banco; ma proprio per quello che dicevano di lui gli avvocati e per qualche sua coraggiosa sentenza, che avevo letto riportata in riviste giuridiche, la sua sciagura mi turbò, come quella di un vecchio amico; e sentii il bisogno di esprimergli in una lunga lettera la mia comprensione per la sua sofferenza umana, nascosta sotto la sua impassibile compostezza di giudice.

Non l’avevo ancora spedita, quando mi giunse l’avviso che proprio lui era stato nominato relatore in una causa difesa da me.

Non ero più a tempo a fargli capire che la lettera era stata scritta prima che potesse cader su di essa quell’ombra dell’interesse professionale: e proprio per questo preferii che rimanesse per sempre chiusa nel mio cassetto.