La sfida dell’ecoturismo

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La sfida dell’ecoturismo

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Gli incontri del corso di laurea in ‘scienze del turismo e comunità locale’
Riflessioni per progettare lo sviluppo turistico locale
Università Milano Bicocca
Via Bicocca degli Arcimboldi, 8 Milano
Giovedì 16 gennaio ore 10.30
di
Marcello Notarianni

Ecoturismo: la sfida per la sostenibilità

L’industria del turismo è cresciuta negli ultimi venti anni molto rapidamente, tanto da trasformarsi nell’attività economica più importante a livello mondiale. Il segmento di mercato che negli ultimi anni si sta caratterizzando per un trend di crescita molto sostenuto è quello legato alla natura, nell’ambito del quale l’ecoturismo ha assunto un’importanza notevole. La crescita vertiginosa del turismo in generale, e dell’ecoturismo in particolare, ha da qualche tempo aperto un dibattito per un processo di revisione dello sviluppo turistico basato sui principi della sostenibilità. È soprattutto questo il senso della designazione da parte delle Nazioni Unite del 2002 come Anno Internazionale dell’Ecoturismo. La dichiarazione di Quebec che è scaturita dopo più di un anno di incontri preparatori e dibattiti a livello internazionale assieme al piano di implementazione del Vertice di Johannesburg hanno ribadito sempre più l’importanza dello sviluppo di modelli e pratiche sostenibili nel turismo; ed in particolare l’ecoturismo si è dimostrato mezzo efficace per sviluppare ed alleviare la povertà dei Paesi del Sud del Mondo.

1. Concetto di Ecoturismo

L’industria del turismo è cresciuta negli ultimi venti anni molto rapidamente, tanto da trasformarsi nell’attività economica più importante a livello mondiale. Il segmento di mercato che negli ultimi anni si sta caratterizzando per un trend di crescita molto sostenuto è quello legato alla natura, nell’ambito del quale l’ecoturismo ha assunto un’importanza notevole. La crescita vertiginosa del turismo in generale, e dell’ecoturismo in particolare, ha da qualche tempo aperto un dibattito per un processo di revisione dello sviluppo turistico basato sui principi della sostenibilità. È soprattutto questo il senso della designazione da parte delle Nazioni Unite del 2002 come Anno Internazionale dell’Ecoturismo. La dichiarazione di Quebec che è scaturita dopo più di un anno di incontri preparatori e dibattiti a livello internazionale assieme al piano di implementazione del Vertice di Johannesburg hanno ribadito sempre più l’importanza dello sviluppo di modelli e pratiche sostenibili nel turismo; ed in particolare l’ecoturismo si è dimostrato mezzo efficace per sviluppare ed alleviare la povertà dei Paesi del Sud del Mondo. Molto è stato scritto sull’ecoturismo, ma la diatriba è ancora aperta su ciò che deve intendersi con questo termine. Ciò è dovuto alla natura diversificata dei prodotti eco-turistici offerti dai tour operator e ricercati da un numero sempre maggiore di visitatori.

“L’Ecoturismo è un tipo di turismo praticato in aree naturali relativamente indisturbate, con il principale scopo di osservarle e studiarle”.

Intrinseco nella definizione stessa di ecoturismo è il fatto che esso deve ridurre al minimo, e se possibile evitare, gli impatti negativi sull’area visitata. Inoltre l’ecoturismo deve contribuire alla conservazione delle aree naturali e allo sviluppo sostenibile dell’intera zona e delle comunità locali. Altro obiettivo è quello di creare una diffusa consapevolezza per la tutela dell’ambiente tra la popolazione indigena e tra i turisti.

In sostanza più che di un concetto o di una definizione si tratta di un’aspirazione.

Spesso si fa confusione tra turismo sostenibile ed ecoturismo: esso si riferisce ad un segmento dell’industria turismo, mentre il turismo sostenibile si rifà a dei criteri di sostenibilità che devono essere applicati a tutte le forme ed attività turistiche. Infatti, tutte le attività turistiche, qualsiasi siano le loro motivazioni – vacanze, affari e conferenze, congressi o fiere, salute, avventura e naturalmente ecoturismo – devono essere sostenibili.

La sostenibilità nel turismo si traduce nel fatto che tutti i servizi, le infrastrutture, le operazioni, la gestione, lo sviluppo e la pianificazione devono rispondere a criteri di sostenibilità ambientale, sociale, culturale ed economica.

Ma più che soffermarci sul concetto di ecoturismo forse è meglio definire l’ecoturista che è colui ricerca situazioni “vere”, luoghi cui l’uomo ha apportato poche se non nulle trasformazioni e che durante il “consumo” dell’esperienza turistica è appagato dalla sensazione (a volte illusoria) di vivere una situazione unica, irripetibile. Il suo atteggiamento nei confronti dell’ambiente è fattivamente volto alla sua preservazione, nella consapevolezza delle problematiche e dei pericoli cui è sottoposto. (anche se sempre non è così).

2. Ecoturismo: Un segmento in espansione

Dall’analisi generale del mercato eco-turistico affiorano i seguenti elementi:

  • Un segmento in espansione: L’industria eco-turistica, in rapida crescita, si presenta come uno dei più importanti segmenti del settore turismo. L’OMT stima che l’ecoturismo rappresenta il 2-4{e5e34ca55055649e4a242000d30cf26c7b73d52893e2febb06defd39a173d916} dell’intero mercato turistico mondiale (al pari del segmento congressuale – MICE market) e con un potenziale di crescita annua del 20{e5e34ca55055649e4a242000d30cf26c7b73d52893e2febb06defd39a173d916} circa.
  • Aumento dei benefici economici: In molti dei Paesi in via di sviluppo con una consolidata industria eco-turistica, il segmento ha visto una forte crescita del numero di visitatori accompagnata da un aumento dei ricavi generati da questi ultimi.
  • Nuovi investimenti: Molti Paesi in via di sviluppo, che possono vantare ecosistemi tropicali vergini, spiagge incontaminate, resti archeologici, sono desiderosi di poter potenziare questo mercato di nicchia. Molti Paesi stanno investendo nell’ecoturismo quale mezzo per attirare capitali stranieri al fine di rilanciare il loro sviluppo economico.

3. Ecoturismo come spinta alla preservazione

  • Autofinanziare le aree protette: spesso l’ecoturismo è un mezzo valido ad integrare i fondi pubblici e privati volti alla preservazione e tutela delle aree protette.
  • Wildlife pays so wildlife stays: (Se paghi la natura questa rimane) Una volta che le comunità locali hanno acquisito la consapevolezza dei benefici economici dell’ecoturismo, sono spesso motivate a proteggere le loro risorse naturali ed a adottare i dovuti comportamenti.
  • Indirizzare lo sviluppo sostenibile.
  • Ricavo a lungo termine: l’ecoturismo ha spesso dato prova di essere una strategia di sviluppo più sostenibile rispetto allo sfruttamento del territorio attraverso le attività agricole, minerarie, zootecniche e silvicole.
  • Educazione ambientale: l’ecoturismo costituisce un valido elemento di spinta alla formazione ambientale ed interpretazione della natura.

4. Ecoturismo come potenziale minaccia per le comunità locali e gli ecosistemi

Analizziamo dall’altra parte i possibili effetti dannosi di un cattivo uso e una gestione impropria dell’ecoturismo:

  • Distruzione degli ecosistemi: Una forte affluenza di turisti può danneggiare l’ambiente. Le visite non regolamentate nelle aree protette possono essere particolarmente dannose, soprattutto quando unite ad attività ad alto impatto ambientale come le arrampicate o il campeggio. Danni all’ambiente possono essere prodotti dalla necessità di soddisfare i bisogni dei turisti.
  • Pressione sulla popolazione: il massiccio aumento del numero di turisti in alcune zone ha attratto nuova forza lavoro alterando il rapporto con il territorio e le popolazioni locali.
  • Eco-sfruttamento: i ricavi provenienti dalle attività eco-turistiche spesso non producono delle ricadute sulle popolazioni e sulle economie locali. Questo fenomeno è ancor più evidente quando la proprietà è straniera. Inoltre, spesso non si utilizza manodopera locale, se non per mansioni di basso o bassissimo livello, che prevedono delle remunerazioni altrettanto infime.
  • Allontanamento delle popolazioni indigene: per sviluppare siti di ecoturismo o per creare aree protette, i Governi spesso devono ricollocare le popolazioni indigene della regione.
  • Industria vulnerabile: L’attività eco-turistica, come qualsiasi altra attività turistica, è soggetta alle fluttuazioni della domanda. Far dipendere un’area solo dall’attività eco-turistica può risultare pericoloso. L’attività eco-turistica è stagionale e risente inoltre di alcuni fattori quali il tasso di cambio, il tempo e la stabilità politica nei paesi ospitanti.

5. Per un utilizzo sostenibile dell’ecoturismo

Un ecoturismo di successo richiede la contemporanea massimizzazione dei benefici economici ed ambientali e la minimizzazione dei danni ambientali e della distruzione delle comunità locali. Per raggiungere tali obiettivi, lo sviluppo eco-turistico deve essere fin dall’inizio pianificato con cura attraverso un’attenta analisi dei seguenti fattori:

  • Assicurare la sostenibilità. Il contingentamento del numero di turisti ammissibile in una data area consente di preservare l’integrità e la vitalità del luogo, dunque la sua attrattiva turistica nel corso del tempo. Nel campo dell’edilizia, ciò suggerisce l’impiego di materiali locali e l’adozione di canoni ispirati all’eco-design per gli edifici dell’intera area, il ricorso a tecnologie eco-compatibili e risorse energetiche rinnovabili, tra le altre cose più pratiche ed economiche. I servizi turistici devono essere realizzati al di fuori dei confini dei parchi naturali e sempre secondo i canoni delle eco-costruzioni, al fine di minimizzare l’impatto ambientale. Stesso discorso per i sistemi di trasporto e di comunicazione realizzati nell’area;
  • assicurare la redditività di un’intrapresa eco-turistica; in altre parole, se non genera profitti, l’ecoturismo non può rappresentare una valida alternativa agli occhi di un operatore privato. D’altro canto vale la pena ricordare che i soggetti coinvolti devono essere “economicamente” sensibili, consapevoli quindi degli elementi culturali ed ecologici su cui vanno ad incidere, e dei relativi costi che devono essere preventivati e contabilizzare nell’analisi costi-benefici di un qualsiasi progetto eco-turistico.
  • Coinvolgere le popolazioni indigene. I progetti eco-turistici possono contribuire in maniera determinante alla formazione del reddito e al processo di sviluppo della comunità direttamente interessate, attraverso il coinvolgimento delle figure professionali locali o a seguito di programmi di formazione predisposti dalle autorità competenti.

Meccanismi istituzionali e norme precise devono essere stabilite a livello nazionale e locale per facilitare e rendere effettiva la partecipazione metodica delle comunità locali al processo di pianificazione, sviluppo, gestione e organizzazione dell’ecoturismo.

Massimizzare i benefici economici locali. In questo senso, è compito dei Governi. Adottare le misure del caso affinché i proventi derivanti dalle iniziative restino in loco, regolamentando, ad esempio, gli investimenti esteri e incoraggiando quelli locali, incentivando la crescita dell’occupazione nella ricettività e nel servizio di informazione e guida. Devono inoltre stabilire meccanismi che assicurino il reinvestimento di parte delle risorse finanziarie risultanti dall’attività turistica nelle stesse aree. L’atteggiamento istituzionale, dunque, deve essere tale che una parte consistente del reddito prodotto dall’attività eco-turistica venga distribuita alle comunità locali e/o impiegata nella conservazione del patrimonio naturale locale.

Collaborare: I funzionari di Governo e gli operatori turistici devono essere affiancati dalle associazioni e dalle organizzazioni non governative. Tali gruppi potrebbero provvedere al finanziamento iniziale, alla formazione ed alla assistenza tecnica (possono prestare questi servizi con cognizione ed in maniera sostenibile).

L’Ecoturismo ha bisogno di sistemi pratici ed efficienti di coordinamento tra le parti interessate, siano esse istituzioni, imprese private o comunità locali.

Fondamentale diventa perciò la collaborazione tra i tutti i soggetti coinvolti

Per approfondimenti sul tema:

P.Galli, M. Notarianni, La Sfida dell’Ecoturismo, De Agostini, Novara, 2002, pagina 207.

Marcello Notarianni (T-Globe Consulting – Consulenti Turistici Associati t-globe@libero.it)

Laureato in Scienze Economiche e Bancarie presso l’Università di Siena e specializzatosi in Economia del Turismo presso l’Università Bocconi, è consulente turistico presso T-Globe Consulting di Milano. Ha lavorato a Madrid collaborando alla preparazione del report “The Spanish Ecotourism Market”, destinato all’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT) per l’Anno Internazionale dell’Ecoturismo ed in qualità di collaboratore esterno dell’OMT, ha partecipato alla preparazione del “The World Report on Research

Activities of Tourism Administrations and Operational Sector of Tourism”. Ha elaborato progetti di turismo sostenibile ed ecoturismo in Italia e all’Estero (Brasile e Venezuela). Si è occupato inoltre di studi di mercato, di fattibilità e di marketing turistico per le catene alberghiere Sol Meliá, Holiday Inn ed il tour operator Cuendet collaborando con le società di consulenza internazionale Arthur Andersen (Italia) e Mazars e Planta (Spagna). È membro del Tavolo Permanente sul Turismo Sostenibile e del Tavolo Tecnico sull’Ecoturismo presso il Ministero delle Attività Produttive (Italia). Ha maturato esperienze lavorative presso la delegazione Enit di Spagna e Portogallo e, a Bruxelles, presso il Comitato delle Regioni dell’Unione Europea. È co-autore con Paolo Galli de “La sfida dell’ecoturismo” (De Agostini, 2002) primo saggio della collana “Altriviaggi” curato da AITR.