DOMENICA 22 OTTOBRE 2000 Corriere del Mezzogiorno
IN PRIMO PIANO 4 Segue dalla prima Le accuse della Procura riprese nell’ordinanza di novanta pagine
firmate dal gip Izzo. I dettagli del racconto di Siino, pentito di Cosa
Nostra Massoneria,
indagati quindici professionisti Inchiesta sulle logge deviate: stava nascendo una lobby tra
Napoli e Caserta, già pronta la sede operativa NAPOLI — Una sede era
già stata individuata, nel
centro di Napoli. Lì avrebbero
dovuto incontrarsi gli
aderenti campani alla presunta
loggia massonica se-
greta che, secondo la procura di Agostino Cordova,
sta-
va nascendo su impulso di Salvatore e Nicola
Spinel-
lo, i due protagonisti dell’inchiesta finiti
agli arresti do-
miciliari. I nomi di quindici professionisti napoletani
e
casertani sono stati iscritti nel registro degli
indagati
per violazione delle legge Anselmi, lo
stesso reato ipo-
tizzato nei confronti degli Spinello. Tutti sono stati
og-
getto di perquisizione su disposizione del pm
Antonio
D’Amato, titolare dell’indagine condotta nei
mesi scor-
si anche dal pm Arcibaldo Miller, oggi
procuratore ag-
giunto a Santa Maria Capua Vetere.
Complessivamen-
te, i decreti di perquisizione
firmati sono oltre quaranta
anche se non
tutti i destina-
tari del provvedimento
ri-
sultano sotto
inchiesta. L’obiettivo dei magistrati
è di ricostruire «l’attività di
proselitismo» che sarebbe
stata posta in essere
negli
ultimi due anni da Salvato-
re e Nicola Spinello per co-
stituire una loggia
coperta.
I due, assistiti dagli
avvoca-
ti Lorenzo D’Agostino, Mas-
simo Gizzi e Antonio Pico-
ne, saranno
interrogati nei
prossimi giorni dal giudice,
in
quella occasione potran-
no replicare
alle accuse.
L’ordine di
custodia agli ar-
resti domiciliari firmato dal
gip Fausto Izzo è lungo no-
vanta pagine.
Lo scenario
delineato è estremamente
complesso,
emergono so-
spetti di rapporti degli
Spi-
nello (ai quali comunque è
contestata solo la violazione
della legge
Anselmi) con
esponenti della
malavita or-
ganizzata e ambienti della
politica.
Alla fine del ’99, i
pm D’Amato e Miller hanno
interrogato anche il
pentito
di Cosa nostra Angelo Siino,
il quale ha detto di aver conosciuto Salvatore Spinello
agli inizi
degli anni ’90, a Palermo. Il collaboratore di
giustizia ha spiegato che a presentarglielo era stato
un
suo amico massone ed ha confermato che in quel
col-
loquio si sarebbe parlato anche del «problema Falco-
ne», del
progetto cioé di allontanare il magistrato dal-
la procura di Palermo. In
quella circostanza, però, Sii-
no avrebbe aggiunto di
essere contrario a qualsiasi ini-
ziativa del genere:
«Finché ci sarò io - avrebbe detto il
collaboratore di giustizia - non lo
permetterò», temen-
do per le conseguenze che questo
passo avrebbe potu-
to determinare sugli equilibri di
Cosa nostra. Dario Del Porto Imposimato: «Molti sono in buona fede». Rastrelli: «Legittimo
far luce sui complotti» PARLANO I POLITICI Pierluigi Vigna e Agostino Cordova LE REAZIONI ALDO CENNAMO
Non ho
elementi concreti
per giudicare la gravità
del
fenomeno, ma
occorre distinguere tra
la
massoneria e le sette»
FERDINANDO IMPOSIMATO
C’è il rischio di
confondere la
massoneria
con le logge deviate.
Conosco massoni
che
sono persone
perbene ANTONIO RASTRELLI
Sono storicamente
contro
la massoneria che ho
sempre considerato
una
piaga. L’indagine di
Cordova è opportuna CLEMENTE MASTELLA
Non so
nulla di massoni e
affini, ricordo però che
in
tanti erano iscritti alla P2
e tutti sapete
come
andata a finire
NAPOLI — C’è chi come
Fer-
dinando Imposimato si è imbat-
tuto nelle deviazioni
delle logge
prima da giudice istruttore e poi
da
senatore e chi in-
vece, come Clemente
Mastella,
si dichiara
«assolutamente a di-
giuno in materia».
Certo è che
l’inchiesta
con cui il procuratore
Agostino Cordova
torna a occuparsi dei
misteri di sette e
di so-
dalizi, più o meno se-
greti e più o meno
in
odore di
eversione,
preoccupa e fa discu-
tere il mondo politico.
Il
motivo ricorrente è la ri-
chiesta di «chiarezza» avanzata
agli
investigatori. «In ogni inda-
gine sulle logge massoniche
– ammonisce Ferdinando
Imposi-
mato – c’è il rischio di creare una
involontaria
confusione nell’o-
pinione pubblica, la quale
fini- sce per identificare
le
logge deviate con la
massoneria ufficiale.
Questo
certamente
non giova a nessuno.
Nella mia vita –
ag-
giunge l’attuale diri-
gente nazionale
dello
Sdi – ho conosciuto
tanti massoni che
so-
no persone perbene,
al di sopra di ogni so-
spetto». E
le logge deviate?
Imposimato apre il libro dei
ri-
cordi: «Le sette segrete hanno
in-
crociato spesso la mia strada.
Quando indagavo
sul caso Moro
o sul terrorismo di destra. Ho raccolto le confessioni di terro-
risti che
avevano rapporti con le
logge coperte e con la mafia. Non
scopriamo nessun
grande miste-
ro ricordando che di questi
in-
trecci è piena la storia del
nostro
paese». Deviazioni massoniche?
Cade
dalle nuvole Clemente Mastella.
«Non so, non me ne
intendo e non
ho conosciuto massoni – dice –
ricordo solo che ero già in
poli-
tica quando scoppiò il caso
del-
la P2. Sappiamo tutti che c’era-
no tanti
iscritti eccellenti in que-
gli elenchi e sappiamo
poi com’è
andata a finire. Comunque ben
venga
l’inchiesta giudiziaria». Dello stesso avviso il
parla-
mentare ulivista Vincenzo Ma-
ria Siniscalchi. «Non mi è mai
capitato da
quando sono in po-
litica di occuparmi di massone- ria o di logge coperte. Senz’altro
la
procura di Napoli sarà in pos-
sesso di elementi così gravi
che
hanno indotto i magistrati a in-
dagare. E allora è opportuno an-
dare avanti per scoprire
tutto
ciò che è nascosto». Anche per il
deputato dei Ds Aldo
Cennamo
«occorre distinguere tra la
mas-
soneria storicamente intesa, che
non mi
sembra particolarmente
deviata, e le logge segrete
che in-
vece sono un rischio concreto. In
ogni
caso attendiamo il risulta-
to delle indagini». Si rivela antimassone
convin-
to l’ex governatore della Campa-
nia Antonio Rastrelli. «Ho sem-
pre interpretato storicamente
la
massoneria come una piaga –
spiega Rastrelli – sia per il suo
carattere di associazione
segre-
ta, sia per le discriminazioni so- ciali che ha causato. Ma proprio
la storia
ci insegna che spesso le
cose drammatiche col
tempo
prendono una piega farsesca».
Istituzioni minaccia-
te dalle logge
coperte?
Democrazia in peri-
colo?
Rastrelli non lo
esclude. «Se ci
sono com-
plotti, se
un’organiz-
zazione segreta briga
per stringere
accordi
con la criminalità or-
ganizzata, allora
l’in-
chiesta giudiziaria è
giusta e doverosa per-
ché nasce da una esi-
genza di chiarezza
e da una le-
gittima preoccupazione». Su cappucci, compassi e
de-
viazioni varie interviene anche
Forza Italia,
attraverso il segre- tario
cittadino Marco Cicala.
«In assoluto credo sia difficile
che una moderna
democrazia
venga scossa più di tanto dalla massoneria deviata.
Tuttavia se ci
trovia-
mo davanti a una or-
ganizzazione
che
tenta di condiziona-
re la vita politica del
paese, allora
qualche
preoccupazione è
più che giustificata.
In questo caso si
in-
daghi a fondo e in
ogni direzione». Insomma verso
i
«liberi muratori» che
trasgrediscono i politici
non
sembrano molto teneri. Per
le
«fratellanze» all’ombra del
Vesu-
vio sono tempi duri. Roberto Russo Per tutti
gli esponenti politici
è
necessario fare chiarezza
sulle
deviazioni Forza Italia non crede
che i
poteri occulti possano condizionare il Paese Un ordigno era stato fatto esplodere anche nei pressi
dell’abitazione privata di Valentino. Indaga la Procura della Repubblica di
Avellino «Giallo» e
tensione per la Popolare dell’Irpinia Allarme bomba, la banca nel mirino. Paura
nelle filiali, si indaga sull’appalto per la vigilanza. Il presidente
all’estero: no comment Cordova presenta
il libro di
Vitale Impegno letterario
per Agostino Cordova,
martedì
pomeriggio
nella sala «Pino
Ama-
to» della
Biblioteca
nazionale di Napoli.
Il
procuratore della Re-
pubblica
presenterà,
assieme a
Raffaele
Sirri ed a Mauro
Gian-
caspro, direttore della
biblioteca, il
libro del
magistrato calabrese
Marcello Vitale dal ti-
tolo «Canti sciolti per
i morti di
’ndrina e di
mafia», con introdu-
zione di Antonio Piro-
malli. Si tratta
di un’o-
pera composta da bal-
late
molto dure
e
stringate, con
riferi-
menti anche alle stra-
gi in cui furono
assas-
sinati Falcone e Bor-
sellino. AVELLINO — C’è l’ap-
palto per la gestione del
servizio di vigilanza dietro
la
strategia della tensione
contro la Banca
Popolare
dell’Irpinia. In tre
giorni
due bombe carta. La pri-
ma lasciata
esplodere da-
vanti alla sede storica di
corso
Vittorio Emanuele
ad Avellino e la seconda a
Caserta (a pochi metri dal-
la questura). E due
allarmi
bomba che hanno creato
panico nella sede
centrale
di Parco Liguorini, e a Be-
nevento.
Qualche setti-
mana
prima un ordigno
era esploso in via
Matteot-
ti, sempre ad Avellino, da-
vanti al
portone dove abi-
ta Ernesto Valentino,
pre-
sidente della Bpi. Segnali
chiari:
l’istituto è sotto
pressione. La ricerca
di un
movente per questi atten-
tati è
diventata più sem-
plice dopo
l’arresto del
«bombarolo» che ha
agito
a Caserta. E’rimasto leg-
germente
ferito
nello
scoppio ed è stato ferma-
to da alcuni passanti
che
lo hanno poi consegnato
agli investigatori
della Mo-
bile. Giuseppe Franco, 38 an-
ni, di Nocera
Inferiore,
pregiudicato per
rapina,
non sembra affiliato ad al-
cun clan. Nella sua
abita-
zione sono stati trovati nu-
merosi ordigni esplosivi,
molto simili a
quelli che
hanno danneggiato le sedi
di Avellino e Caserta della
Bpi. E anche delle
micce
particolari che gli investi- gatori ritengono “da pro-
fessionista”. L’indagato
(nel frattempo è
stato
scarcerato) non
sembra
disposto a collaborare. Ma
il
suo fermo ha aperto una
breccia per
le indagini.
Che nel frattempo, anche
per il contenuto di alcune
telefonate anonime
arriva-
te in banca, avevano por-
tato alla
scoperta di una
notizia ritenuta importan-
te:
qualche giorno prima
dell’attentato si era
con-
clusa una gara d’appalto molto delicata. Quella per
il servizio di vigilanza nel-
l’istituto di credito. Un
bu-
siness da un miliardo e
quattrocento milioni, qau-
si spuntato dal
nulla: fino-
ra, la vigilanza era affidata
dalla
banca a dipendenti
propri, nel frattempo
pro-
mossi commessi, a loro
volta
diventati impiegati. Alla gara hanno parteci-
pato quindici ditte cam-
pane: irpine,
nolane, del-
l’agro Nocerino-Sarnese,
salernitane. L’appalto sa-
rebbe stato assegnato
(l’i-
ter non è stato ancora per-
fezionato) ad
un istituto di
Nocera Inferiore, la
“Su-
pervigile”. La scelta po-
trebbe aver dato fastidio a
qualcuno. Per gli
inquiren-
ti - è questa l’ipotesi che
trova più
credito al mo-
mento - la strategia delle
bombe
doveva portare ad una rescissione del con-
tratto con la “Supervigile”.
Per ora non ci sono reazio-
ni
ufficiali da parte dei ver-
tici della banca
avellinese.
Tutti aspettano il rientro
del
presidente Valentino
che sarà
interrogato dal
procuratore
di Avellino,
Mario Caputo. E’ all’este-
ro, ad
Hannover (Partico-
lare anche questo
inquie-
tante: Valentino è noto per
essere molto
«abitudina-
rio» e per essersi spostato
da
Avellino solo raramen-
te. L’assenza è una coinci-
denza che fa riflettere). Al vaglio degli
inquiren-
ti c’è stata anche un’altra
ipotesi, quella di
un tenta-
tivo di bloccare o ritarda-
re l’Opa
(l’offerta pubblica
di acquisto) sulla Bpi
da
parte della Popolare del-
l’Emilia, processo in
atto
ma non ancora conclusosi.
L’ipotesi,
ancor più in-
quietante rispetto a
quel-
lo dell’appalto dei servizi
di vigilanza, è
stata scarta-
ta nelle ultime ore. Solo
ipotesi,
ma una sola cer-
tezza: resta alta la tensio-
ne
in tutte le sedi campa-
ne della
banca. Luciano Trapanese NAPOLI — Le banche del Sud
non aiutano il si-
stema
creditizio
meridionale, fa-
vorendo
addirit-
tura l’usura?
L’accusa lancia-
ta
nei giorni
scorsi, a Napoli,
dal ministro
del
Lavoro Cesare
Salvi non è pas-
sata inosservata
ed è
stata ogget- to di dibattito. La
questione viene ri-
presa dal settimanale economico
«Il
Denaro», nel numero in edicola ieri. «Si
tratta di critiche fuori bersaglio», scri-
ve nel suo fondo il
direttore Alfonso
Ruffo, sottolineando le
contraddizioni
della tesi esposta dal ministro. «A qua-
le sistema meridionale del credito - si
chiede Ruffo - fa
riferimento Salvi? A
quello delle casse rurali e
artigiane che
resistono nel Salernitano grazie al lo-
ro forte radicamento nei piccoli comu-
ni? Oppure nel mirino del
governo, per restare in Campania,
c’è la Banca di
credito popolare di Torre del Greco?
A
parte l’esempio di quese due encomia-
bili realtà non risulta che esista
in lo-
co un sistema del credito autonomo do-
po
la sistematica acquisizione delle
banche del Sud (e
della Campania in
particolare) da parte dei grandi grup-
pi del Nord che manovrano le leve a
proprio
piacimento». Nel suo fondo, il direttore del
“Dena-
ro” pone una
questione politica:
«Dov’erano Salvi e i suoi compagni di avventura
quando
questa
spoliazione av-
veniva? Dov’era
Salvi e dov’era-
no i
riferimenti
napoletani del
suo
partito, i Ds,
quando il Banco
di Napoli
veni-
va fatto a pezzi
nella reputazio-
ne
per poterlo
vendere a
prezzi
stracciati?» Cesare Salvi Alfonso Ruffo La prima esplosione dopo una
settimana
dall’affidamento del servizio di
sorveglianza ad una delle quindici
ditte
che avevano partecipato alla
gara La
filiale della Bpi a Caserta Ancora indiscrezioni: «Giordano va via»
NAPOLI — Un secco
’no comment’ rispetto a
«ipo-
tesi che non meritano nes-
suna
considerazione». E’
questo l’orientamento re-
gistrato
ieri in ambienti
della Curia di Napoli ri-
spetto
alle indiscrezioni
riportate dai giornali
del
gruppo Riffeser (Il Giorno-
Il Resto del Carlino-La Na-
zione)
secondo le quali il
cardinale Michele Giorda-
no sarebbe in procinto
di
lasciare la diocesi parte-
nopea, sostituito da mon-
signor Giuseppe
Costanzo,
arcivescovo di Siracusa. A
una richiesta di commen-
to
dell’arcivescovo di Na-
poli, una fonte qualificata
della Curia ha detto all’a-
genzia
Ansa: «Il cardinale
non ha niente da dire. E’ al
suo posto, come sempre,
in
episcopio». (Giordano in
queste settimane
ha an-
nullato alcuni
impegni
«esterni» per i postumi di
una fastidiosa
bronchite:
le sue condizioni di salute
sono ancora
pecarie). Nessun commento, quin-
di, alle indiscrezioni nè al-
la vicenda giudiziaria nel-
la
quale è coinvolto il car-
dinale. La notizia del pos-
sibile arrivo di
monsignor
Costanzo gira, per la ve-
rità, da tempo ma, quindi-
ci
giorni fa, l’ipotesi era
stata definita poco plau- sbile da Sandro Magister,
vaticanista
dell’Espresso,
considerato solitamente
bene
informato. Nel servizio pubblicato
ieri dai tre giornali è scrit-
to che il neoprefetto
della
Congregazione per i vesco-
vi, Giovanbattista Re,
avrebbe già deciso il tra-
sferimento di Giordano a
Roma
presso la curia vati-
cana, trasferimento
che
dovrebbe essere reso noto
dopo il Giubileo. Un
altro
nome che pure ha ripreso
a circolare in questi mesi è
quello di
monsignor Cre-
scenzio Sepe, casertano,
attuale
«responsabile» va-
ticano per il Giubileo. La favolosa
Alfa Ro-
meo
decapottabile con
otto posti,
costruzione
1936, appena un
mi-
gliaio di chilometri per-
corsi,
spiccava ancora
ammiraglia fra
decine
di altre auto d’epoca. Reperti intoccabili, in-
vendibili, bensì... trafu-
gabili; non c’erano che
poche
carcasse nell’82,
quando l’allora assesso-
re
al traffico, Antonio
Scippa (giunta
Valenzi)
annunciò la decisione di
utilizzare lo spazio come
garage
pubblico, con
prezzi assai
convenienti
onde invogliare a
non usare le
auto in città.
Era il
tempo delle «zone
verdi» e delle «targhe al-
terne», prime
iniziative
per liberare la città dal-
la paralisi della circola-
zione,
che furono subito
cancellate dalle succes-
sive amministrazioni
«centriste». Seguì la ul-
tra decennale e scanda-
losa vicenda
del «Piano
parcheggi», che provocò
scavi e poi sospensione
dei lavori
in molte piaz-
ze e anche nel tunnel bor-
bonico, con le auto
che
tornarono ovunque, più
numerose, alla sosta
pa-
ralizzante. Fra i famosi architetti
che nell’88 progettarono
possibili usi delle
nostre caverne, lo spagnolo
Oriol Bohigas (che
ha
trasformato il volto
di
Salerno in questi ultimi
anni) immaginò una via
fluviale
dove, come nella
sezione horror di un lu-
na-park, i
viaggiatori
dei bus acquatici potes-
sero contemplare
scena-
ri orrendi-educativi sul-
l’uso che era stato fatto
della città,
finendo con
l’approdare in un gran-
de ambiente dedicato al-
la
tecnologia obsoleta:
soprattutto
macchinari
d’ogni genere abbando-
nati, automobili
«fossi-
li», oggetti costruiti ven-
duti consumati non
rici-
clabili. Che sembrano
vendicarsi
– invadendo i nostri
spazi – d’essere
stati
uno spreco. Adesso
desideri, progetti e fan-
tasie sembrano
tornare
in direzione del ricco ter-
ritorio
sotterraneo, e
varrebbe quindi la pena
di far tornare alla
me-
moria e alla consapevo-
lezza della città
quello
che si conosce del nostro
sottosuolo. Non ci sono
solo le
numerose e fasci-
nose possibilità di uso,
prevalgono invece i
con-
tinui attentati alla sicu-
rezza di tutti,
in una
città dove permane l’u-
sanza di scaricare
rifiu-
ti solidi, liquidi, infiam-
mabili, inquinati,
nelle
antiche cavità. Eleonora Puntillo SOTTOTERRA Il cardinale Giordano LA POLEMICA Credito al Sud, Ruffo contro
Salvi